Qui e ora (1984-1985) by Luigi Giussani

Qui e ora (1984-1985) by Luigi Giussani

autore:Luigi Giussani [Giussani, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, General
ISBN: 9788858622971
Google: tU_ffAm2WDAC
editore: BUR
pubblicato: 2011-12-13T18:30:32+00:00


Sintesi

Giussani: In quello che è emerso oggi c’è una apertura che – sono persuaso – non è soltanto necessaria al momento che attraversiamo; è un’apertura necessaria a qualunque momento, se lo si vuole vivere in modo aperto, se si vuole vivere! Però è un’apertura che ha un’urgenza estrema nel momento che attraversiamo. È l’accenno della nostra carissima amica trentina, quando ha parlato di cambiamento: «Il destino si è reso conoscibile e sperimentabile nella vita dell’uomo, e si è reso conoscibile e sperimentabile attraverso un cambiamento». «È una presenza diversa – com’è stato detto all’inizio – che ci rende diversi.»

Insisto sulla parola «cambiamento». Ragazzi, la vita è cambiamento: una vita cambia a ogni istante, una vita è una vita! E tutto ciò che ha energia nel mondo porta cambiamento. Soltanto che quello della natura è un cambiamento “parabolico”, starei per dire che è un cambiamento per modo di dire: un cambiamento reale è quello che segna un cammino da cui non si torna indietro. Il cambiamento portato dalle ideologie e dai sussulti della propria emotività o dei propri progetti è parabolico; queste cose, oltre che destinate a perire, non danno nulla di nuovo, non portano il nuovo, il nuovo che portano è formale. Invece il cuore dell’uomo, l’autocoscienza dell’uomo è in attesa di qualcosa di realmente nuovo; quindi la risposta deve essere a sé e, per essere nuova, non può provenire da sé come essenza. Proviene da sé, da noi stessi, soltanto come coinvolgimento, come strumento operativo; la nostra libertà è chiamata dentro come strumento operativo. Senza l’attesa di questo cambiamento sostanziale, senza la coscienza di questo cambiamento sostanziale non esiste né esperienza di novità, né esperienza vera di attesa.

L’attesa dell’uomo, quando è viva, è attesa di qualcosa di incommensurabile con i suoi progetti, è attesa di una sorpresa; insomma, letteralmente, come ha usato la parola la nostra amica, è attesa del «miracolo».

Quello che ha descritto il nostro carissimo biondo varesino era una cosa impensabile tre anni fa, non immaginabile; quello che molti di noi si sentono addosso come percezione della vita, come capacità immaginativa, come esperienza etica, di eticità, o quello che pochissimi, ma ci sono, percepiscono in se stessi come nuova capacità di perdono sono aspetti di un miracolo: ognuno di noi capisce che non sono contenuti nella “ideologia” che ci ha fatto muovere, nel sentimento o nell’immaginazione che ci hanno fatto muovere. Senza questo cambiamento, il mondo rimane variopinto come colore, ma dissolto come sostanza; non si costruisce.

Qual è, invece, la posizione del presuntuoso? Non ha bisogno di cambiamento. Ha bisogno di cambiamento, certamente, ma in eadem linea et in eadem sententia, vale a dire secondo quello che vuole lui. È per questo che l’intellettuale difficilissimamente lo vedete lieto, perché non è libero dai suoi schemi, dalle sue idee, non aspetta un cambiamento: è difficile che segua un avvenimento; penserà lui, per suo conto, ma non segue un avvenimento. Invece che intellettuale potrei dire genericamente “l’adulto”, se non ha la fortuna d’essere



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